La False Memory Syndrome Foundation

Negli anni 80 associazioni femministe americane attaccarono gli uomini con false accuse di pedofilia.

Una corrente della psicologia si prestò ai loro scopi: le pazienti disturbate venivano trattate inducendole ad incolpare gli uomini di ogni proprio problema.   Questa psicologia dell’odio arrivava a far credere alle donne che erano state abusate da piccole, e che i ricordi degli abusi potevano essere fatti riemergere mediante tecniche di distensione ipnotica, immaginazione guidata, interpretazione dei sogni, utilizzo di droghe chimiche.

Alcuni di questi psicologi sono stati smascherati da investigatori che, fingendosi pazienti, hanno registrato come confondevano, suggestionavano, manipolavano le pazienti per far loro credere di aver subito abusi.

I più colpevoli di questi guru sono quelli con una patina di serietà: magistrati poco competenti li seguirono prestandosi ad una caccia delle streghe contro gli uomini, che venivano condannati ed incarcerati solo perché una donna in cure psichiatriche diceva “ho ricordato che 18 anni fa mi ha abusata”.  Un prete che riuscì a provare la propria innocenza, morì di crepacuore quando poco dopo venne nuovamente accusato: “ho ricordato che 30 anni fa mi ha abusata”. Vicende del genere si sono verificate anche in Italia.

L’America è un grande paese, che si presta a cadere in novità disastrose, ma che anche produce le persone buone e coraggiose che si uniscono per porvi rimedio.

Pamela e Peter Freyd, una madre ed un padre la cui famiglia era stata devastata da questa tragedia, fondarono nel 1992 la False Memory Syndrome Foundation per studiare la causa dell’epidemia di false memorie, per prevenirle, per aiutare le famiglie che ne sono state devastate a riconciliarsi:

«Qualcosa di terribilmente sbagliato sta succedendo, e prima o poi dovrà fermarsi»

Alla fondazione hanno aderito alcuni dei massimi scienziati in materia di memoria: fra loro Elizabeth Loftus, Aaron T. Beck, Rochel Gelman, Ulric Neisser, Leila Gleitman, Ernest Hilgard, Philip S. Holzman, Paul McHugh.

La fondazione ha avuto successo nel riportare il buon senso, come racconta Meredith Maran, una delle femministe coinvolte in questa epidemia di pedo-follia:

 «Negli anni 80-90, decine di migliaia di Americani, soprattutto donne 30enni di classe media che vivevano in grandi città, si convinsero di avere memorie represse di abusi infantili.  Negli anni che portarono a quell’isteria di massa lavoravo come giornalista femminista, cercando di convincere il mondo che più di una persona su di un milione era vittima di pedofilia».

Meredith Maran divorziò dal marito per mettersi con una lesbica che sosteneva di essere stata vittima di abusi:

«Quando sognai più volte le mani di mio padre, e tutte le persone attorno a me perdevano la testa e attribuivano i sogni ad incesto, mi dissi “sogno le mani di mio padre.  Ovviamente mi ha molestato”.  Mi convinsi che mio padre mi aveva abusato.  Lo accusai ed alienai me stessa ed i miei figli da lui per 8 anni. […]  Ho passato anni a credere che la False Memory Syndrome Foundation ed Elizabeth Loftus fossero l’incarnazione del diavolo»

Meredith Maran riuscì ad uscirne:

«Col tempo smisi di credere alle storie della mia amante, che andavano dall’incesto ad abusi satanici rituali. Quando mi lasciò, riuscii a capire che non era vero».

Alla fine, Meredith Maran si è pentita e nel 2007 ha pubblicato il libro “La mia bugia: una vera storia di false memorie” per ammettere l’errore e chiedere scusa al padre, che la ha perdonata. Oggi dice:

«Ad eccezione della mia ex amante, ogni persona che ha accusato il proprio padre negli anni 80-90 ora crede di essersi sbagliata».

Ancora oggi, alcuni ”abusologi” raccontano che l’incidenza della pedofilia sarebbe di una persona su sei, ma il loro business si è spostato dall’indurre false memorie negli adulti all’indurre false memorie nei bambini figli di genitori separati, venendo pagati dai genitori che vogliono impadronirsi dei figli utilizzandoli per devastanti pedo-calunnie.   Questi criminali a volte sono talmente folli da far credere a bambini di aver subito abusi mentre erano neonati, venendo smascherati dalle ricerche scientifiche che, in accordo con il buon senso, mostrano che nessuno ricorda quanto avvenuto nei suoi primi 2-3 anni di vita, e cioè prima che il cervello sviluppasse la capacità della memoria.

Fonti:

  • http://www.salon.com/2010/09/20/meredith_maran_my_lie_interview
  • http://www.fmsfonline.org/about.html
  • http://www.skepticfiles.org/misctext/onefam.htm
  • http://www.csicop.org/si/show/remembering_dangerously

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